Finalmente dopo moltissimi anni ho visitato (grazie ad una visita guidata molto esaustiva) Torre Alemanna, a soli 18 chilometri da Cerignola in provincia di Foggia, nel nord della Puglia. Un luogo ricchissimo di cultura che presenta al suo interno un museo di ceramiche ritrovate, davvero molto interessanti. Vi racconto la storia di questo monumento davvero importante con le mie fotografie.

Ubicato nel cuore di Borgo Libertà è l’unico insediamento fortificato dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici ancora esistente nell’area mediterranea. Caratterizzato da un’imponente torre (alta 24 metri) e verosimilmente costruita tra il XIII e il XIV secolo dai Teutonici
inglobando il coro di una chiesa preesistente.

Nel 1216, e poi ancora nel 1231, Federico II di Svevia dona all’Ordine dei Cavalieri Teutonici alcuni terreni presso Cornetum (fiorente borgo oggi in agro di Ascoli Satriano, raso al suolo nel 1349 nella guerra tra la regina Giovanna I e Carlo d’Angiò), i quali consolidano i loro possedimenti in zona creando una commenda amministrata con una fiorente attività agricola e zootecnica in grado di foraggiare le numerosi sedi dedite all’assistenza dei pellegrini diretti in Terra Santa.

Nel 1483 l’amministrazione del feudo di Torre Alemanna è concessa dai pontefici Sisto IV e Alessandro VI a cardinali commendatari, che la gestiscono per mezzo di procuratori operando interventi di integrazione architettonica e di restauro. Fra questi, i più importanti, quelli del cardinale Nicola Caetani di Sermoneta, che nel 1570 edifica il Palazzo dell’Abate, e del cardinale Pasquale Acquaviva d’Aragona, che nel 1750 realizza la loggia che collega il Palazzo dell’Abate alla torre, il portale di accesso sul prospetto est. Nel 1865 è venduto come bene demaniale ed i successivi interventi di ristrutturazione sostanzialmente non mutano l’immagine del
complesso edilizio.

Nell’ultimo dopoguerra l’insediamento di Torre Alemanna subisce i maggiori danni causati da incuria, uno sconsiderato uso e una radicale trasformazione del sito. I lunghi restauri dal 1997 al 2008 hanno riportato alla luce scoperte molto interessanti (con il ritrovamento di un pozzo di scarto – fossa silo – pieno di ceramiche) con la realizzazione di un Museo della ceramica e Centro internazionale di studi.
Davvero straordinari sono i resti di un ciclo pittorico al piano terra della torre (scoperti nel corso dei lavori di restauro) e ascrivibili alla fine del XIII secolo, raffigurano clipei intrecciati contenenti immagini di santi vescovi e sante vergini, episodi tratti dal ciclo della passione di Cristo e il Lignum vitae. Un ambiente di forma quadrata con quattro colonnine in pietra sugli angoli che svettano verso l’alto della volta a crociera, sormontate da quattro capitelli da cui si dipartono costoloni che si incrociano in chiave, in corrispondenza di una stella a cinque punte, emblema del microcosmo.
Ai piani superiori, tre livelli, di cui due con impalcato ligneo, restituiscono alla torre l’originaria funzione di avvistamento sul vasto territorio circostante.

L’affascinante loggiato settecentesco, prospiciente il cortile interno, permette l’accesso al Palazzo dell’Abate, connotato da un imponente camino nel vano di ingresso e da una sequenza ininterrotta di ambienti coperti con capriate lignee.

Iscrizioni lapidee, emblemi teutonici e cardinalizi, pavimentazioni e ritrovamenti archeologici raccontano la storia complessa del monumento, documentata dalla ricchissima collezione di ceramica soprattutto rinascimentale. La ceramica rinvenuta nel 1999 nella fossa silo è stata definita “tipo Torre Alemanna” per la presenza dell’emblema che si ritrova anche in altre parte dell’edificio e si presume la presenza nel XV e XVI secolo di una produzione in loco.

La visita vale sicuramente molto e consiglio un luogo davvero magico in una località meno turistica e conosciuta della Puglia.
Buona giornata, Francesco Diliddo




