La seconda settimana in Vietnam ha avuto un ritmo più veloce, dal 25 agosto al 1° settembre, visitando il centro e il sud del paese.
Da Hanoi in volo su Hué con arrivo verso l’ora di pranzo e prima esplorazione della città in bicicletta, con “solo” mezzo milione di abitanti (rispetto al caos di Hanoi) Hué sembra una cittadina tranquilla, senza tutti quei motorini che sfrecciano ovunque.

Cittadella Imperiale di Hué. Cittadella imperiale, Hué.

Storicamente è davvero importante in quanto è stata la capitale del Vietnam dal 1802 al 1945, infatti conserva la splendida Cittadella imperiale costruita come dimora dei sovrani, al cui interno si trova la Città Proibita Purpurea e l’accesso al quadrato più interno era limitato alla famiglia imperiale. Il complesso monumentale ha subito gravi danni dai francesi nel 1947, che occupavano il paese come colonia, durante la guerra di indipendenza del Vietnam. Molti edifici sono stati restaurati (sono ancora in corso i lavori di recupero) grazie all’intervento dell’UNESCO, che ha inserito il sito nella lista del patrimonio dell’Umanità nel 1993.

La torre Thap Phuoc Duyen, presso la Thien Mu Pagoda a Hué. Thien Mu Pagoda, Hué.

Imperdibile è la visita alla Thien Mu Pagoda che si affaccia sul “fiume dei profumi”, che nome poetico, infatti il fiume Huong che attraversa la città di Hué e sfocia nel Mar cinese meridionale, in autunno diventa profumato grazie ai fiori dei frutteti che circondano le sponde che cadono in acqua.
La Thien Mu Pagoda è stata fatta costruire nel 1601 per ordine del governatore Nguyen Hoang e all’ingresso dell’area sacra si trova la torre Thap Phuoc Duyen (alta 21 metri) , costruita nel 1844, i cui sette livelli rappresentano le sette reincarnazioni del Buddha.
Mercato Dong Ba, Hué. Mercato Dong Ba, Hué.
Il mercato più caratteristico l’ho visitato in questa città il Dong Ba, il più importante della città dove è possibile trovare i piatti e i prodotti tipici del cultura vietnamita.
Tomba imperiale di Minh Mang, Hué. Tomba imperiale di Minh Mang, Hué.
La guida poi mi ha accompagnato alle Tomba imperiale di Minh Mang situata a 12 km da Hué, costruita a metà dell’800, uno splendido esempio di architettura (con influenze cinesi) all’interno di un paesaggio naturale. Un muro delimita un’area di 18 ettari con una serie di architetture tra palazzi, giardini, statue e un ponte che attraversa un laghetto di fior di loto.

Tomba di Khai Dinh, Mausoleo Ung, interno. Tomba reale di Khai Dinh (Mausoleo Ung), interno.


Incredibile per la sua architettura che risente di influenze europee, è la ricchissima Tomba di Khai Dinh (Mausoleo Ung) costruito per il dodicesimo imperatore della dinastia Nguyen negli anni ’20 del Novecento in stile eclettico tra oriente e occidente. Il re (durante il periodo coloniale francese) era stato in visita in Francia e con questa costosissima costruzione ha introdotto in Vietnam lo stile architettonico occidentale, inimicandosi il popolo per le spese folli.
Il 27 agosto ci è stata l’avventura più bella, più viva ma faticosa di tutto il viaggio, lo spostamento in motorino da Hué ad Hoi An, 150 km di libertà con una cartina (google map ha aiutato tanto) e diverse tappe intermedie da scegliere!

Partenza alle 9:00 del mattino e dopo oltre 50 km arrivo alle cascate di Suoi Voi (per i turisti Elephant spring), dove è possibile fare il bagno in queste vasche naturali di acqua dolce, ho fatto qualche foto e sono andato via in direzione mare!

L’indimenticabile baia di Lang Co, oltre 6 kilometri di spiaggia deserta (gli orientali non vanno al mare, non desiderano la tintarella come noi occidentali), un mare caldo, pulitissimo dal fondale basso e il sole fortissimo, senza ombrellone era impossibile starci, un bagno rinfrescante in assoluta libertà e sono ripartito. Decine di resort in costruzione, tra qualche anno il turismo di massa distruggerà la bellezza selvaggia di quella spiaggia meravigliosa.

Si riparte per l’ultimo tratto di strada passando tra le montagne in un promontorio pieno di curve, attraverso paesaggi naturalistici mozzafiato, incluso il paronama di Da Nang una metropoli con un milione e 200 mila abitanti (costruita in pochi anni) con grattacieli, ponti e strade larghissime, davvero molto occidentale.
Le montagne di marmo, Da Nang. Tempio di marmo, nella caverna ci sono anche altari induisti.

Ultima tappa nella periferia di Da Nang (a 20 km di Hoi An) le montagne di marmo, un gruppo di cinque colline di marmo e calcare con grotte e tunnel all’interno ospitanti templi buddisti. Il tempio più in alto è raggiungibile con un ascensore e tra le salite e le discese ci sono statue e pagode, in cima si può vedere il panorama incredibile della città.

Alle 17:30 puntualissimo e stanchissimo arrivo a Hoi An, la famosa città delle lanterne, il servizio noleggio motorino si occupa di trasportare le valigie da Hué ad Hoi An in maniera da viaggiare in comodità! La città delle lanterne è un luogo super turistico, pienissimo di botteghe di ogni tipo ma soprattutto lanterne e sartorie di ogni tipo, incluso le calzature. La cittadina con soli 150 mila abitanti è tutta dedita al turismo, vantando il centro storico come sito UNESCO dal 1999: era un’importantissima città portuale con una comunità cinese e giapponese e nell’architettura si vede un mix tra queste culture insieme a quella francese e vietnamita.

Il monumento più famoso di Hoi An è il ponte pagoda coperto giapponese (Chua Cau) del XVI secolo, con all’interno un tempio buddista, che collegava il quartiere cinese a quello giapponese.


My Son, sito archeologico presso Hoi An.
Ho voluto fortemente visitare il famoso sito archeologico di My Son, patrimonio dell’umanità dal 1999: il complesso religioso induista più importante del Vietnam. È stato dal IV al XIII secolo il principale luogo religioso dei sovrani del regno indiano della cultura Champa e in questo luogo sacro venivano cremati i membri della famiglia reale. Il sito, bombardato dagli americani durante la guerra del Vietnam, è in fase di recupero grazie ai fondi dell’UNESCO e dell’India. La sosta ad Hoi An era prevista di due notti ma ho preferito cambiare programma, col trasferimento a Da Nang e fare un giorno di relax nelle splendide spiagge bianche della città. Ahimè il giorno dopo ha piovuto ininterrottamente e così ho sprecato un giorno tra centri commerciali vuoti e brutti.

Orizzonte di Ho Chi Minh dallo skydeck. Teatro dell’Opera, Ho Chi Minh City (Saigon).
Il giorno dopo un volo aereo verso l’ultima tappa di questo viaggio Ho Chi Minh city, l’antica Saigon, ora metropoli commerciale, un gigantesco cantiere di grattacieli col traffico più caotico di Hanoi, ma dal clima più fresco e meno umido.

Girando per la città ti colpisce la presenza di splendidi palazzi ottocenteschi (costruiti ai tempi coloniali dai francesi) come il Teatro dell’Opera o il Municipio e incredibili grattacieli di cristallo come l’altissimo Bitexco Tower e il suo Skydeck dove è possible vedere la città dall’alto.

Ultima escursione a Ho Chi Minh è stata il delta del fiume Mekong con la visita all’isola fluviale dell’unicorno, interessanti le piante che crescono in questa zona umida tra cui (mai vista prima) una palma acquatica, che appartiene alla famiglia delle mangrovie e produce un frutto bianco dolciastro (che naturalmente ho assaggiato) il nipa. Davvero molto bella la traversata in barca a remi tra questi canali di palme acquatiche.

Ultima tappa il tempio Buu Lam con un gigantesco Buddha seduto felice ed un Buddha sdraiato accanto ad una pagoda decorata con colonne e capitelli di influenza occidentale.


Migliaia di chilometri, risaie sconfinate, montagne lussureggianti, spiagge incredibili, monumenti ricchi di storia, otto voli aerei, cinque siti Unesco (su otto in tutto il paese) treni, taxi, trasferimenti, barche, navi, kayak, motorino, bicicletta e tantissimi chilometri a piedi, un viaggio pazzesco attraverso tutto il paese da nord a sud.
Grazie Vietnam.
Cari saluti da Francesco Diliddo

