Una splendida isola caraibica nella quale ho festeggiato il Capodanno 2017 e ci sono arrivato da New York (articolo precedente), trascorrendo sei giorni dal 28 dicembre 2016 al 4 gennaio 2017. Purtroppo contro ogni probabilità metereologica ha piovuto per metà del tempo e le foto sono rubate tra un temporale e l’altro! Ho dormito in un appartamento e girato tutta l’isola con l’auto a noleggio, ci sono molti hotel di lusso per turisti americani carissimi e vi assicuro che le spiagge più belle sono lontane dai luoghi più turistici.

Il clima è arido quindi ci sono cactus ovunque e anche i fiori tropicali che adoro decorano i giardini. La prima tappa è stata Palm Beach la spiaggia più turistica con hotel giganteschi in riva al mare, insomma i luoghi che detesto e così sono andato a Boca Catalina dove la spiaggia è un pò sabbiosa e in alcuni tratti rocciosa. La parte migliore è tutta la costa occidentale che si affaccia sul mar dei Caraibi dal nord (Boca Catalina), dove si trova il Faro dell’isola, fino alla splendida Baby Beach nell’estremo sud; mentre la costa orientale verso l’oceano atlantico è poco praticabile, rocciosa con onde alte, praticamente disabitata e battuta dal vento.

Oranjestad è la capitale dell'isola.
Oranjestad è la capitale dell’isola.
Il Faro di Aruba.
Il Faro di Aruba.

L’isola è sicurissima e fa parte del Regno dei Paesi Bassi (ex colonia olandese appartenente alle isole Antille), ma ha ottenuto molta indipendenza nei vari settori dell’economia. Oranjestad dai palazzi variopinti è la capitale dell’isola, situata nella parte nord ovest del paese con circa 28 mila abitanti. In città ci sono tantissimi negozi di lusso frequentati dai turisti che scendono dalle navi da crociera e naturalmente sono scappato subito, detesto i luoghi costruiti per il turismo di massa che non ti fanno conoscere la realtà effettiva del paese visitato.

Una mattina sono andato ad Arashi Beach ma il tempo era brutto e così è cominciata l’esplorazione della parte meridionale dell’isola con la meravigliosa Savaneta Beach, dove non c’era nessuno fino all’indimenticabile Baby Beach così denominata perchè il fondale è basso e tranquillo, adatto ai bambini e si può fare snorkeling tranquillamente con moltissimi pesci colorati.

A Eagle Beach si trova l’albero tipico dell’isola, il divi divi che cresce in riva al mare, sfidando l’acqua salata e il vento caraibico.
Indimenticabile il Capodanno a Baby Beach, col sensore del livello del carburante dell’auto a noleggio guasto e sono rimasto bloccato in mezzo al nulla, grazie a dei passaggi ho recuperato l’auto e son tornato a casa! Gli imprevisti fanno parte del viaggio ma con l’ottimismo e un buon senso pratico si sistema sempre tutto.

L’albero tipico dell’isola è il divi divi.
L’albero tipico dell’isola è il divi divi, Baby Beach.

Ho fatto una passeggiata nei paesini interni di Santa Cruz nel centro dell’isola con queste piccole case a pian terreno coloratissime e a Sint Nicolas nell’estremo sud dell’isola, il centro abitato più vicino a Baby Beach, e ricordo benissimo una piccola pasticceria a gestione familiare chiamata “House of cake” (a Sint Nicolas), dove facevo colazione al mattino con dolci tipici buonissimi, senza essere derubati (l’isola è un pò cara, organizzata per il turismo americano).

Il giorno prima del rientro negli Stati Uniti, per poi tornare in Italia, ho fatto una bellissima escursione in quad all’Arikok National Park è stata un’avventura incredibile con paesaggi mozzafiato e temporali tropicali sulla costa orientale di Aruba. Il parco occupa il 18% del territorio dell’isola con molte sorprese naturalistiche e paesaggi incontaminati a partire dalla “Grotta di Fontein” in roccia calcarea con pittogrammi rosso-brunastro probabilmente lasciati dall’antica tribù Arawak. Si prosegue verso le “Casibari Rock Formation” ammassi di enormi rocce di tonalite: delle formazioni rocciose, uniche per le caratteristiche della zona, insolite rispetto all’ambiente desertico circostante.

Alcune rocce pesano diverse tonnellate e presentano forme peculiari: il governo di Aruba ha creato sentieri e passaggi attraverso le pietre, permettendo agli escursionisti di raggiungere la cima per ottenere viste mozzafiato dell’isola.

Molto particolari sono le “antiche rovine della fonderia d’oro di Bushiribana”, oggi abbandonata, che una volta lavorava il minerale grezzo proveniente dalle miniere delle vicine colline durante la corsa all’oro del XIX secolo.

Antiche rovine della fonderia d’oro di Bushiribana.
Antiche rovine della fonderia d’oro di Bushiribana.
Ponte naturale, Arikok National Park.
Ponte naturale, Arikok National Park.


Incredibile il “ponte naturale” di roccia sulla costa orientale battuta dai venti oceanici e la piscina naturale “Conchi” dove è possibile fare il bagno, naturalmente essendo tutto di pietra lavica ho lasciato perdere!

Conchi la piscina naturale, Arikok National Park.
Conchi la piscina naturale, Arikok National Park.

Il mare d’inverno è qualcosa di magico e Aruba è la destinazione giusta per una settimana sole e relax. Buone ferie a tutti, manca una settimana per il mio prossimo viaggio. Saluti da Francesco Diliddo

Baby Beach.
Baby Beach.
Arashi Beach, ultimo tramonto del 2016.
Arashi Beach, ultimo tramonto del 2016.