L’Africa ha un fascino incredibile ed è uno dei viaggi che più mi è rimasto nel cuore, credo fortemente al “mal d’Africa” quella sensazione di nostalgia di chi ha visitato il continente e desidera tornarci. Una destinazione non programmata ma frutto di un pacchetto ultimo minuto acquistato in rete (avevo 25 anni!) e pagato poco più di 600,00 Euro.

La vista dall’aereo prima dell’atterraggio.

Non bisogna essere ricchi per viaggiare ma bisogna avere uno spirito di adattamento incredibile ed io spesso, pur di viaggiare rinuncio alla comodità facendo voli non diretti o alloggiando in strutture semplici senza troppe esigenze. Il mio “wanderlust”, il desiderio di andare altrove, di andare oltre il proprio mondo, è più forte di qualsiasi altra volontà.

Racconto il mio viaggio con volo charter diretto su Mombasa dal 14 al 21 settembre 2006, in quel periodo lavorando come agente di viaggio avevo sempre tantissime offerte, ma soprattutto le fantastiche “tariffe agente” scontatissime.

Un giovane baobab.
Un giovane baobab.


Arrivato nella località turistica di Watamu (vicino Malindi), sulla costa sud-orientale del Kenya che si affaccia sull’oceano Indiano, parto per una bella passeggiata lungo la spiaggia e subito noto i colori sfavillanti e il proliferare di vita ovunque, naturalmente finisco in mezzo al nulla, troppo occupato a fotografare e mi allontano talmente tanto da rifugiarmi in un resort e poi chiedere un taxi che mi riporti alla mia struttura! Un piccolo spavento risolto nel giro di tre ore ma nel frattempo ho scattato molte fotografie.

La spiaggia più famosa a Watamu è chiamata “Sardegna 2”, per incuriosire i turisti italiani, ed è incredibile il fenomeno della marea con dei piccoli atolli di sabbia al mattino e poi con l’innalzamento della marea spariscono. Qui ho visto delle meravigliose stelle marine (che non ho mai toccato) e consiglio vivamente di non prenderle, ne toccarle per le fotografie: alcuni ricordi è giusto che restino nella nostra memoria, non bisogna metterli per forza sulla memoria fisica del telefono o della macchina fotografica.

Atollo a Watamu.
Atollo a Watamu.

Quando ci hanno proposto l’escursioni nel Parco Nazionale di Tzavo Est non ho esitato un minuto e subito l’ho prenotata, trascorrendo una notte e due giorni ai confini del parco nel bellissimo Kudu Camp. Un piccolo campo attrezzato con tende militari, molto a contatto con la natura e tutta la notte il fuoco bruciava al centro in una buca per tenere lontani gli animali selvatici e un guerriero Masai controllava la sicurezza degli ospiti, col divieto assoluto di uscire dalla tenda tutta la notte.

Kudu Camp.
Kudu Camp.

Quella notte non ho dormito per niente, si sentivano i versi di moltissimi animali (tra cui l’ululato delle iene) oppure i branchi di passaggio, e guardare il cielo con le stelle, senza inquinamento luminoso, è stata una esperienza indimenticabile e poi le tre escursioni in fuoristrada in due giorni, una all’alba, la seconda tutto il giorno e la terza al tramonto mi ha permesso di vedere l’estrema bellezza della natura con gli animali della savana, nel loro ambiente naturale.

La seconda escursione, legata al mare, l’ho fatta il giorno prima del rientro in Italia con snorkeling in vari punti, il mare è pienissimo di pesci coloratissimi ma le barriere coralline non sono entusiasmanti e la giornata è terminata con la grigliata di pesce su un atollo, mentre saliva il livello della marea.

Vi mostro alcune foto consigliando vivamente questa destinazione. Arrivederci al prossimo racconto di viaggio, Francesco Diliddo.

Malindi, bimbi che giocano su un baobab caduto.
Malindi, bimbi che giocano su un baobab caduto.